I pastori delle anime ricordati in una festa eucaristica per il giubileo sacerdotale
Padre Galbiati – Un modello di educazione con la parola di Gesù
Incontro Padre Erminio Galbiati in una delle sale storiche del Collegio Gallio e iniziamo a chiacchierare, non c’è più quel timore reverenziale che ti assale quando si è “piccoli”. Lui sa tutto del Collegio, è una persona, affabile e nostalgica, che compie un’analisi dei tempi che cambiano, che modificano la società e trasformano i ragazzi.
Cos’è cambiato da 30/40 anni fa ad oggi?
“Le famiglie oggi sono poco attente e spesso la scuola diventa un luogo dove lasciare i bambini per essere sicuri. Ricordo gli anni ‘70 e ‘80 quando i ragazzi passavano le giornate intere in centro, ma almeno poi tornavano a casa e i genitori avevano quel giusto rigore. Oggi niente di tutto ciò, ora ci sono pretese troppo elevate e la vicinanza alla chiesa spesso sembra una forzatura”.
Ma com’è possibile?
“Spesso sono i genitori stessi che non educano i propri figli. Trovano nel Collegio Gallio la soluzione per poter lavorare per tutto la giornata. Un ripiego, perché la società ha altri
tempi e modi. Non condivido e non giustifico l’atteggiamento dei papà e delle mamme. I ragazzi arrivano a sviluppare forme di prepotenza che vanno a riflettersi sulla disciplina, non solo in classe, ma verso la vita e lo studio”.
La preoccupa questa situazione?
“Sì, da sacerdote. Credo che la condizione familiare abbia mutato i modi. Io ho maggiori soddisfazioni dagli ex alunni. Ci sono quelli che passano anche per un saluto veloce. Con tutti ho cercato di instaurare un buon rapporto, non tanto da professore, ma da uomo, da padre diffondendo i principi della generosità e dell’affetto, qualità che oggi mancano”.
Si ricorda quell’alunno che…
“I miei ragazzi erano tutti uguali, sorrido oggi quando vedo qualche mio ex alunno svogliato che ha fatto una brillante carriera. Qualcuno quando passa mi rincorre per farsi conoscere e poi lo stupore di rivedere”.
Qual è il futuro per le nuove generazioni?
“Parto dal principio in cui il giudizio che va nel lavoro svolto non è solo legato alla preparazione, ma alla vita. Io scommetto sulle famiglie affinché riconoscano finalità che formino uomini e cristiani, seguendo a modello l’educazione ricevuta da Gesù che cresceva in età, sapienza e grazia”.
Livio Balconi – Non impariamo per la scuola ma per la vita
Ragazzi, vivete la vostra vita e non lasciatevela vivere addosso.
Questo significa: createvi una cella interiore serena e sincera, e in essa soppesate il valore autentico delle cose: diverrete autori realisti della vostra vita e non sarete ingannati dall’ingombrante fardello che vi è offerto dal facile mercato del mondo.
Con queste parole Padre Livio Balconi incoraggia i giovani, quelli che ancora oggi possono vivere la loro esperienza al Collegio Gallio.
Che cos’è cambiato da 30/40 anni fa ad oggi?
“È cambiato tanto e poco. Poco se si considera che le epoche e, così anche la nostra, si evolvono da sempre in due direzioni: una verso il bene e l’altra verso il male.
Noi dobbiamo amare il tempo nel quale Dio ci ha collocati, ed avere la certezza che nel nostro c’è tanto bene, meno chiassoso di tanto male che sarà sempre sconfitto”.
Che ruolo hanno i genitori nella crescita di un ragazzo. E la parola di Dio?
“I genitori (la famiglia!) hanno un indiscutibile ruolo, primario e insostituibile nella crescita dei figli, non solo per il loro progresso fisico, ma anche per quello culturale, morale e spirituale.
Da questa prerogativa dei genitori, e in forza delle loro convinzioni, nasce la scelta di avvalersi della collaborazione, non della supplenza, di chi opera nella formazione. E qui entra la parola di Dio, ossia il problema della vita spirituale che è problema umano per eccellenza perché l’uomo è orientato di natura a questa forma di vita.
È problema moderno insito nella conquiste progressive del lavoro scientifico e tecnico, entro il quale trovano risposta i valori supremi: quelli della mente e del cuore e dello spirito.
È problema giovanile perché è l’età che attrae e introduce alla sconfinata varietà delle esperienze”.
Qual è il futuro per le nuove generazioni?
“Tutte le generazioni nascono buone e belle, candidate a tante sublimi virtù, a tanta poesia dello spirito e a tanto vigore di azione.
Le nuove generazioni possono avere un buon futuro, ma per questo è necessario che gli adulti, che amano la vita, vivano in se stessi e propongano ai giovani modelli sani e non aggrovigliati in un concetto di libertà, che libertà non è”.
Emilio Pozzoli – I giovani sempre più alla ricerca della felicità
I cambiamenti sono stati radicali e veloci in ogni settore, ma non è invece cambiata la ricerca di felicità e il bisogno di dare un significato vero alla propria esistenza, nonostante le apparenze contrarie. Anche oggi i giovani sono “pieni di domande” e cercano le risposte; non è vero che sono superficiali.
Che ruolo hanno i genitori nella crescita del ragazzo?
“La crisi della famiglia è un dato di fatto, soprattutto nella società occidentale. Se negli anni ’70 e ‘80 i ragazzi nelle nostre scuole con genitori separati erano il 10% oggi sono il 55-65%. Bisogna prenderne atto con realismo, ma non con pessimismo.
Anche se separato, il genitore è necessario per la crescita dei figli, purché assuma responsabilmente il suo impegno.
Sempre ha il diritto-dovere di essere “genitore”. La nostra scuola può aiutare i genitori a maturare in questo impegno”.
E la parola di Dio?
“Da sempre ha un ruolo di luce-guida, purché sia proposta e fatta conoscere. Bisognerebbe trovare modi per far incontrare la Parola ed i giovani.
Lo scorso anno ai 53 alunni di terza media ho proposto di leggere in gruppo ristretto il Vangelo, 20 minuti ogni settimana. Tredici hanno liberamente aderito all’invito: ognuno ha proposto le sue personali impressioni, riflessioni. Un modo”.
Qual è il futuro per le nuove generazioni?
“Non sono un… mago! In ogni caso, nessun catastrofismo.
Anche i giovani di oggi affronteranno giorno dopo giorno il loro futuro come le passate generazioni.
La nostra generazione ha vissuto i primi anni sotto le bombe o con le privazioni del periodo bellico. E si è costruito il suo futuro”.
Un suggerimento ai ragazzi?
“Propongo alla loro attenzione soltanto un breve passo biblico dal libro del profeta Isaia (43,1-4): Il Signore ti ha creato con saggezza e ora ti assicura: “Non temere, Io ti ho chiamato per nome: tu sei mio! Se dovrai attraversare fiumi profondi, Io sarò con te: le acque non ti sommergeranno. Se dovrai passare attraverso il fuoco tu non brucerai: le fiamme non ti consumeranno. Io sono il Signore, il tuo Dio che ti salva. Per me sei
molto prezioso, Io ti stimo e ti amo”.
La Redazione